Era
una notte umida e fredda: Jack, un'avaro fabbro irlandese, si trovava come
d'abitudine nel pub
del
vecchio Murphy, il bar più dissoluto d'Irlanda, dove birra, carte e donne
facili accendono i
desideri
dei clienti.
Anche
quella sera Jack aveva alzato fin troppo il gomito, ma ciò che vide non fu
frutto del suo stato
d'ebbrezza.
La
campana scoccava la ventitreesima ora, quando il fabbro, sotto i fumi
dell'alcool, vide
materializzarsi
improvvisamente sullo sgabello accanto al suo un ometto basso, apparentemente
innocuo
e insignificante, con una folta testa nera così come l'ispida barba, la quale
incorniciava un
viso
asciutto e familiare. Jack credeva di aver già visto quel signore mentre si
dilungava in amabili
chiacchierate
con altri clienti del bar: quella sera avrebbe avuto il piacere di farne la
conoscenza:
– Anche voi provate ad affogare le
sofferenze nell'alcool? - esordì l'ometto, accarezzandosi la
barba.
– Può darsi. In realtà, non sono così
sobrio da ricordarmi la causa del mio bere. Ormai è
un'abitudine,
sapete, qui tutti mi conoscono come...
– Jack l'ubriacone. Nonché fabbro astuto e
un po' taccagno.
Nonostante
gli sembrasse di averlo già visto in precedenza, Jack fu colto di sorpresa dal
fatto che
quel
signore lo conoscesse così bene e, improvvisamente, si ritrovò inghiottito in
un fitto dialogo
con
quel misterioso figuro:
– Ho sentito molto parlare di voi qui,
signore – disse l'ometto, muovendo i suoi occhi
scintillanti.
– E voi, chi siete? Non mi parete uno del
posto. - riprese Jack.
– Infatti non sono di queste parti. Io
provengo dal Sud, ma amo i bar e i locali che si trovano
qui:
si trova sempre gente molto interessante...
– Ebbene, voi che fate di preciso, oltre a
passare il vostro tempo nei pub?
– Io cerco gente disperata, proprio come
voi, e gli offro la felicità.
– Felicità... sarebbe? Una nuova
prostituta della locanda?
– Ahahah! Beh, se voi credete che una
donna nuova ogni sera rappresenti la felicità, io ve la
posso
offrire.
– Sicuro, sicuro. Ho una certa esperienza
per capire che sotto a questo genere di cose si
nasconde
sempre un inganno. Su, sentiamo, cosa vorreste da me in cambio?
– Sentite, Jack, voi credete nell'anima?
– Vi dico solo che se veramente si
trovasse un'anima dentro il mio cuore, sarebbe così nera e
corrotta
che non avrei il coraggio di guardarla.
– Bene, voi mi rendete tutto più semplice!
Allora, caro Jack, stringiamo questo patto: la vostra
anima
in cambio della felicità, qualunque essa sia secondo voi.
– Aspettate un secondo: prima fatemi vedere
se siete veramente in grado di soddisfare i miei
desideri.
Immediatamente,
due gambe che sembravano non finire mai fecero capolino dalla scalinata della
locanda,
accompagnate da un corpo mozzafiato stretto in una scarlatta guêpière ricca di
merletti.
– Piacere, mi chiamo Felicita - disse a
Jack l'ammaliante ragazza discesa dalle scale - stasera
ti
farò vedere il Paradiso.
– Ok, signore, finalmente ho capito chi
siete: un protettore! - disse Jack al compagno di
bevute.
– Un protettore di anime dannate come la
vostra, Jack. Venite qui, in disparte dalle sudicie
orecchie
di questi villani: io sono Satana, il principe delle tenebre, e vi sto offrendo
tutta la
felicità
che potreste trovare in questo lurido mondo!
– Ahahah, Satana! Penso proprio di avere
esagerato col bere stasera.
– E' vero, siete ubriaco... Così ubriaco
che accetterete senza batter ciglio il nostro patto! In
fondo,
io vi offro la felicità terrena, voi mi date semplicemente una cosa in cui non
credete e
della
quale non avete nemmeno cura.
– Jack! - gridò intanto dal bancone il
vecchio Murphy – Jack, è ora di pagare, si chiude!
– Bene, signore, se siete veramente quello
che dite di essere, dimostratelo! Trasformatevi in 6
pence,
così che io possa pagare il vecchio Murphy. Solo allora vi concederò la mia
anima!
E
repentinamente Satana si trasformò in moneta.
– Soddisfatto, Jack? Ora paga! - esclamò
il volto dei 6 pence.
– Eccome se pagherò, ma non con questa
moneta! Credo proprio che vi terrò qui nel taschino
del
mio panciotto, accanto a questa croce in puro argento regalatami dal mio caro
nonno.
Sapete,
anche se non mi posso definire propriamente l'uomo più religioso su questa
Terra,
portare
una croce al collo non guasta mai!
– Vigliacco e spergiuro! Levatemi quella
croce di dosso! - urlò la moneta.
Jack
era riuscito a ingannare il Diavolo, il quale si trovò intrappolato in un
piccolo soldo.
L'anima
di Jack rimaneva però vincolata a Satana, essendosi quest'ultimo trasformato in
6 pence,
come
pattuito.
– Potete tenermi intrappolato qui dentro
quanto volete, ma presto morirete anche voi, il vostro
panciotto
verrà separato da quella dannata croce, e io sarò pronto ad accogliere la
vostra
anima
all'Inferno! - urlò dal taschino il principe delle tenebre.
– Va bene, Satana, vi propongo un nuovo accordo:
io vi libererò, ma voi mi promettete di non
venire
a reclamare la mia anima per almeno dieci anni.
I
due strinsero il patto e le loro strade si separano: il Diavolo tornò a
dirigere i suoi affari dov'è
pianto
e stridore di denti, mentre Jack, esaltato per essere riuscito a ingannare
Satana e rassegnato a
finire
negli inferi, si dedicò anima e corpo ai piaceri e ai vizi che il tempo a lui
rimanente poteva
offrire.
I
suoi giorni trascorsero in fretta, fra donne, truffe e litri di alcol, e in men
che non si dica, mentre
attraversava
una stradicciola di campagna, si ritrovò di nuovo faccia a faccia con Satana:
10 anni
erano
già passati, e il Diavolo tornava a reclamare la sua anima.
– Ben ritrovato, Jack.
– Satana...
– Il tempo scorre quando ci si diverte,
vero?
– Non pensavo di rivedervi così presto...
Sono già passati davvero dieci anni?
– Sì, Jack, dieci lunghi anni di vizi e
depravazioni. Sapete, ho sentito cose sul vostro conto
ancora
peggiori di quelle che sentii la prima volta che ci incontrammo. Ora, caro mio,
è
finalmente
giunto il momento di pagare.
– Bene, Satana. Vi seguirò. Ma prima
vorrei domandarvi un ultimo desiderio.
– D'accordo, Jack, ma non aspettatevi
trasformazioni da parte mia. Mi avete ingannato già una
volta,
non ci ricasco più!
– Non vi preoccupate, Satana. Lo vedete
quell'alto melo? Lì, sulla sua cima, c'è un pomo rosso
che
supera tutti gli altri per bellezza e, ci scommetto, anche per bontà! Prima di
scendere con
voi
negli inferi vorrei almeno avere lo stomaco pieno, ma purtroppo io non posso
arrivare
sulla
cima di quell'albero! Fatemi quest'ultimo favore, coglietela voi per me quella
mela!
Il
Diavolo, ansioso di portare una nuova anima nel suo regno, si lanciò in fretta
e furia ad afferrare
il
pomo. Ma mentre il principe delle tenebre si trovava sulla cima del melo, Jack
incise rapidamente
una
croce sulla corteccia dell'albero.
– Figlio di una cagna irlandese, lo sapevo
che non mi sarei dovuto fidare! Ve ne pentirete
amaramente!
– Sentite Satana, voi mi state simpatico,
sul serio. Ma io non ho alcuna intenzione di passare il
resto
dell'eternità fra le fiamme dell'Inferno! Sapete, noi irlandesi siamo abituati
a
temperature
ben più fresche.
– Bene, Jack, non reclamerò più la vostra
anima: sarei un pazzo a volere uno scocciatore come
voi
nel mio regno! Fatemi scendere, e vi prometto che la vostra anima non vedrà mai
le
fiamme
dell'Inferno!
E
così fu. Pochi anni dopo Jack morì: bevitore accanito, il suo stomaco collassò
in una fredda sera
di
Ottobre. Quando il fabbro irlandese arrivò alle porte del Paradiso di fronte a
San Pietro, costui,
conoscendone
i turpi peccati, lo spedì all'Inferno.
– Ci vediamo di nuovo, Satana. - disse
Jack, entrando negli inferi.
– Già, ma come sapete, io non posso più
occuparmi della vostra anima.
– Dunque?
– Dunque tornerete da dove siete venuto:
vagherete sulla Terra fino alla fine dei giorni,
cercando
disperatamente riposo, ma invano!
E
con un calcio nel posteriore, Satana scacciò Jack dal suo regno. L'irlandese
iniziò il suo
vagabondaggio
nell'oscurità, per vie sotterranee che portano alla superficie terrestre, ma la
strada
del
ritorno si presentava troppo buia, gelida e labirintica, e il fabbro dovette
tornare a chiedere aiuto
al
Diavolo:
– Di nuovo qua! Cosa volete ancora? -
esclamò seccato Satana.
– Lì fuori fa freddo, e per giunta non si
vede un accidente!
– Tenete, e non importunatemi mai più!
Satana
gli lanciò addosso un tizzone infernale, che Jack ripose in una rapa ripulita
con cura,
fabbricando
così la sua personale lanterna.
– Grazie vecchio mio, prometto che non mi
farò più rivedere!
– E ricordate: potrete trovar rifugio in
Terra solamente alla vigilia di Ognissanti, quando il
mondo
dei morti entra in contatto con quello dei vivi. Non dovrete però avvicinarvi
alle case
custodite
da lanterne: queste appartengono ad altre anime, anime pure, non come la
vostra!
E
ora vi auguro buon viaggio, canaglia! - lo salutò così Satana, scoppiando in
una fragorosa
e
sinistra risata.
Si
narra che ancora oggi, nelle notti di Halloween, l'anima di Jack vaghi
perdutamente in cerca di
riposo
sulla Terra, con l'ausilio della sua lanterna.
Dunque,
nella notte più magica dell'anno, guardatevi bene da chi vi suona il campanello
e
ricordatevi
di porre sull'uscio della vostra porta una Jack-o'-Lantern, la luminosa e
sorridente zucca
intagliata: solo
così eviterete il prossimo, terribile “scherzetto”di Jack.
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